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Le origini

Nella zona della Chartreuse, nei monti boscosi dell'Alto Delfinato venne fondato, nel secolo XI, per opera di San Brunone, l'Ordine dei Certosini ed eretta la prima grande Certosa, così detta dalla denominazione del luogo in cui sorse.

Le regole poste da San Brunone erano quanto mai austere: il cibo quotidiano quasi sempre costituito da pane ed acqua, mai carne, frequenti le flagellazioni e l'uso del cilicio, la veste era un saio di lana bianca; alla morte i frati dovevano essere sepolti senza cassa nel cimitero compreso nella cinta della Certosa stessa affinché potessero tornare alla Madre Terra.

Ogni casa aveva un priore, dodici monaci con diciotto conversi e qualche servitore. Mentre la povertà dei singoli era totale eccetto il piccolo terreno che ognuno possiedeva davanti alla propria cella, la corporazione invece, grazie ai lasciti ed alle donazioni, poteva disporre di un buon patrimonio.

L'Ordine Certosino si propagò rapidamente in Europa tanto che in appena un secolo si videro nascere numerosissime Certose, di cui quattro in Italia stessa.

Contemporaneamente al sorgere, nella Chartreuse, dell'Ordine dei Certosini, in un ambiente altrettanto idoneo alla contemplazione e lungi dalle zone infestate dalle incursioni dei Saraceni, che tra 1'890 e il 980 imperversarono in Liguria e nella vicina Val Tanaro, si ritrovarono in Val Casotto alcuni eremiti per dedicarsi ad una vita di solitudine e di preghiera.

Vissero per molti anni in capanne, sparse tra i boschi e lontane fra loro, donde ne venne il nome della valle, definita nei documenti antichi come "Vallis Casularum" o "De Casoto" o "De Casulis" o "De Casotulis" (un'interpretazione del nome"Casotto" è quella che lo fa derivare da "Casae octo"), sino a quando, con il trascorrere del tempo, eressero una cappella comune ove sorge ora la Correria (l'attuale nome deriva da "Cureria", ovvero sede dell'amministratore dei beni domestici), e decisero di costruire un chiostro poco più in alto, dove sarebbe nata la Certosa.

E molto difficile porre esattamente nel tempo questi avvenimenti. Il gruppo di eremiti fu certo influenzato da contatti avuti con i non lontani monaci della Grande Certosa del Delfinato; la tradizione certosina vuole, anzi, che gli eremiti della Val Casotto si riunissero verso la fine del secolo XI in seguito al passaggio in zona di un monaco calabrese proveniente dalla Certosa di Grenoble e diretto in Calabria.

Nel 1090 lo stesso San Brunone, quando transitò in Val Casotto nel recarsi da Grenoble a Roma, chiamato per consigli da Papa Urbano II, trovò gli eremiti, tra cui il Beato Guglielmo, di cui diremo, già riuniti attorno alla chiesetta della Correria.

Durante questa breve permanenza a Casotto dettò loro le norme per costituire una comunità certosina. Il più antico documento esistente (più volte l'archivio della Certosa, costruito in legno, andò nei secoli distrutto per incendi) risale all'anno 1172, ed in esso viene citata la Chiesa di "Casotulo" della Correria, la Certosa ed il suo priore Pietro, mentre da altro documento della stessa epoca risulta che monaci certosini di Casotto si recarono nel 1173 in Val Pesio, per fondarvi l'ancor esistente Certosa.

I Certosini di Valcasotto diedero il loro apporto alla fondazione di altre Certose: 1204 Trisulti (Frosinone); 1297 Genova; 1306 Padula (Basso Salernitano); 1315 Monte San Pietro (Toirano, Savona); 1480 Savona.